TAORMINA 


Taormina La costa ionica della Sicilia, suggestiva per i suoi contrasti di colori, attraente per la varietà delle sue scogliere, arcana per la mitologia greca che Omero collocò, incantevole per la dolcezza del clima. bella per il meraviglioso panorama offre al visitatore il più bel belvedere del mondo: Taormina.
E' la perla dello Jonio, che offre tradizionale accoglienza e moderna ospitalità ove l'occasione del soggiorno fa cogliere la sintesi tra natura, mito e storia e fa vivere un'esperienza che sa di cultura e poesia. L'occhio può spaziare nel mare Jonio fino allo stretto di Messina e dall'Aspromonte della Calabria fino alla nevosa e fumante vetta dell'Etna.

A Capo Schisò, sotto Taormina, approdarono nel 735 a.C. i primi naviganti greci, provenienti da Calcide e fondarono Naxos, la prima colonia greca della Sicilia scacciando i Siculi, tribù di popolazioni dell'Italia meridionale emigrate attorno al XII secolo nell'isola. Naxos raggiunse ben presto notevole sviluppo e prestigio tanto da essere centro di riferimento, in Sicilia della politica Jonica rappresentata da Atene Contro la supremazia della Siracusa Dorica.
Vista di Giardini Naxos Nel 403 a.C., Naxos venne distratta da Dionigi il Vecchio di Siracusa e la sua popolazione, dispersa, si rifugio nelle zone circostanti. I Siculi locali presero il sopravvento e si impossessarono di Naxos e della zona collinare sovrastante, dando vita ad un centro abitato che prese il nome di Tauromenion, dal Monte Tauro, sulle cui pendici nacque poi la cittadina. Ma ebbe breve vita perché nel 401 a.C. Dionigi la fece devastare. Tauromenion risorse nel 358 a.C. grazie alla politica li Andromachos che diede una mano di aiuto a Timoleonte, impegnato nella lotta contro Cartagine. Andromachos fu un abile amministratore ed un illuminato reggitore della cosa pubblica, tanto da istituire l'elettività delle cariche pubbliche e l'obbligo annuale di pubblicare i bilanci dello stato.
Sotto Roma, Taormina ebbe concesso il privilegio di città libera e federata che contribuì notevolmente al suo benessere economico, alla sua importanza strategica militare, al suo incremento turistico residenziale e al suo sviluppo urbanistico. In questo periodo sorsero ville, templi, l'Anfiteatro, l'odeon, la Naumachia, gli acquedotti e l'attraversamento della via Valeria, che congiungeva Messina con Catania.
Dopo la caduta dell'impero Romano, la cittadina subì le dominazioni dei Barbari fino a quando passò sotto il dominio del bizantini (551-902 d.C.) i quali la eressero a sede di arcivescovado. Subentrarono quindi i Musulmani che segnarono, nera storia di Taormina, il periodo più nero e più nefasto. I Normanni fecero risorgere a nuova vita la cittadina ricostruendola e arricchendola di palazzi e chiese opera che fu continuata sotto il periodo Svevo e Aragonese. Infatti la cittadina odierna conserva ancora oggi l'assetto urbanistico e architettonico medioevale con i suoi palazzi dell'epoca con le sue viuzze caratteristiche con le sue botteghe artigianali, con le chiese romanico-gotiche. Dopo il periodo feudale, della dominazione spagnola e quella borbonica, ed ancora dopo l'Unità d'Italia, Taormina riscopre la sua vocazione attrezzandosi in maniera moderna offrendo, non solo tutti i conforts dell'ospitalità, ma anche tutti i doni della natura, della tradizione, dell'arte e della storia siciliana.
Particolare interesse artistico e culturale destano il quattrocentesco Palazzo Corvaja, sede del primo parlamento siciliano, la Chiesetta di S. Caterina, il trecentesco Palazzo di S. Stefano, la Badia Vecchia, l'aragonese Palazzo Ciampoli, l'ex Chiesa di S. Agostino, la Casa Floresta, il Portale e il Rosone di S. Maria del Piliere, l'austero Duomo, S. Domenico con suoi chiostri ed il Convento (oggi albergo) S. Pancrazio e la Villa Comunale.
Teatro Greco Ma la attrazione più ricercata della città è rappresentata dalla visita al Teatro Greco Romano, monumento di grande suggestione tra i più rinomati del mondo antico, che offre la meravigliosa visione di uno scenario che ha sullo sfondo l'Etna fumante e il mare azzurro spumeggiante tra le sue anfrattuose scogliere. Scrisse Goethe che "mai il pubblico di un teatro ha potuto ammirare uno spettacolo più meraviglioso".
Il Teatro sorto in età greca (III secolo a.C.), subì radicali rimaneggiamenti sotto i Romani. In Sicilia è secondo solo a quello di Siracusa e presenta le caratteristiche costruttive comuni agli altri teatri siciliani, cioè scavati nella roccia come conchiglie che guardano verso il mare.
Presenta un diametro di 109 metri e la cavea, ricavata entro il pendio naturale del monte Tauro, consta di gradinate divise a cunei. Originariamente la destinazione del teatro era per rappresentazioni sceniche ma in seguito per i rimaneggiamenti romani, fu destinato ai ludi circensi, come al circo Massimo di Roma.
Il fronte della scena, modificato e abbellito in periodo romano, presentava un duplice ordire di colonne sovrapposte, intervallate da nicchie ed archi con ai fianchi i "parascaenia" che corrispondevano ai moderni camerini detti attori.
Nel 1860 sui resti architettonici della scena, sono state poste delle colonne con capitelli corinzi per ricostruirne la originaria forma architettonica.
Annesso al Teatro è l'Antiquarium che custodisce resti dell'antico teatro e della cittadina greco-romana.
Interessanti alcune tavole riproducenti i bilanci amministrativi della città, parti di sarcofaghi, di busti ed infine un rilievo raffigurante una centauressa bipede, presa a simbolo di Taormina.
L'attuale destinazione del teatro è a sede di manifestazioni culturali e artistiche che si celebrano annualmente richiamando un folto pubblico nazionale ed internazionale.
 
 


 

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